201211.21
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Editoriale Dicembre 2011

edito_Nov_Dic_11

A TUTTI VOI, A TUTTI NOI AUGURO UN CALDO E SERENO NOVEMBRE E DICEMBRE
Ben trovati a tutti! Siamo arrivati alla fine dell’anno.
E questa volta, nell’ultimo editoriale del 2011, non voglio soffermarmi sulle difficoltà che sta passando il nostro paese e sulle difficili scelte che ogni giorno ci troviamo tutti a dover affrontare.
Ma voglio, diversamente, limitarmi a condividere con voi cose semplici.
Perché tutti abbiamo bisogno di un po’ di semplicità.
E per me, soprattutto in questo periodo dell’anno, riaffiora la voglia di “accontentarmi del niente”.
Il “niente” che, invece, prende forma e che ci consuma togliendoci sogni e speranze.
Speranze che si rinnovano nel periodo Natalizio, anche se il Natale è cambiato negli anni.
Ricordo che quando ero piccolo si aspettava il compleanno, il Natale e la Befana per ricevere i regali.
Ricordo la delusione di quando abolirono la festa della Befana in Italia; vi posso giurare che ho visto scene di panico tra i bambini.
Ricordo anche l’attesa snervante e indescrivibile ma paragonabile, per intensità, alla gioia e alla felicità che si provava a scartare il regalo tanto desiderato. Che poi, non so voi, ma da piccolo non ho mai ricevuto quello che desideravo.
E oggi mi chiedo, a 37 anni, cosa fosse mai servita la “Letterina a Babbo Natale” se Babbo Natale non ci portava quasi mai quello che chiedevamo!
Ricordo, comunque, che quasi tutti praticavamo dei fori alle carte regalo per vedere di cosa si trattasse; e i regali erano li, sotto l’albero di Natale, in bella vista forse per torturarci. Arredavano la stanza ma, anche se eri piccolo e avevi una voglia immensa di aprire il regalo, dovevi comunque non toccarlo sino al 24 sera.
Anche i regali erano diversi; pattini a rotelle, cinturone di pelle con pistole da cowboy, il famoso “meccano”, un pallone da calcio per i maschietti e le famosissime “pentoline”, la casa delle bambole con i vari vestitini per le femminucce.
Sì perché quando ero piccolo, i bambini giocavano a fare gli uomini e le bambine a fare le donne.
Ad oggi sembra che io stia dicendo una banalità!! Non so voi ma, se mi soffermo un po’, si apre in me un mondo di riflessioni e pensieri e, se posso confidarvelo, provo una nostalgia incredibile.
Oggi in un’era in cui tutto è diventato difficile, anche leggere un libro in tranquillità, trovo l’esasperato bisogno di rallentare i ritmi, di assaporare realmente il gusto del cibo che sto mangiando.
Ed è per questo che in queste poche righe voglio “semplicemente” limitarmi a deliziarmi dell’ascolto dello scricchiolio del fuoco di un camino;
voglio limitarmi a sorridere con voi alla vista dello sguardo sorpreso di un bambino a cui cade il gelato; voglio emozionarmi, insieme a voi, con tutte quelle cose semplici che abbiamo perso e che in fondo ci mancano terribilmente.
Mi limito ad augurare a tutti quelli che hanno perso nella loro vita,
a tutti quelli che invece hanno vinto con sacrificio,
a tutti quelli che hanno lottato per i loro ideali,
a tutti quelli che hanno sognato,
a tutti quelli che sognano ancora.
A tutti voi, a tutti noi auguro un caldo e sereno Novembre e Dicembre.

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